Il contributo costituisce un' indagine sulla rilevanza della dottrina delle clean hands nell'ambito delle controversie inter-statali, muovendo dall'analisi del recente caso Certain Iranian assets, in cui gli Stati Uniti hanno eccepito l'inammissibilità del ricorso iraniano, fondando l'obiezione sulla dottrina in esame. L' esegesi dell'obiezione preliminare in esame consente, infatti, di avanzare alcune considerazioni in merito alla dibattuta questione dell'appartenenza della dottrina delle clean hands all'alveo dei principi generali del diritto internazionale e, più nello specifico, della sua eventuale rilevanza in sede di vaglio delle questioni preliminari. L'articolo, pertanto, muove dall'analisi dell'eccezione sollevata dagli Stati Uniti al fine di delineare le caratteristiche della dottrina delle mani pulite, espressamente riconosciuta quale principio Equity nei soli sistemi di common law. Verrano, dunque, messi in luce i rapporti della dottrina con i principi ai quali si ricollega, come il generale principio di buona fede e più specifici principi ex delicto non oritur actio e nullus commodum capere de sua injuria propria. In seguito sarà analizzata la pronuncia della Corte internazionale di giustizia sul caso in esame, inquadrando l'orientamento espresso dalla Corte con la prassi giurisprudenziale pregressa, al fine di comprendere se il rigetto dell'eccezione di ammissibilità, basata sulla dottrina delle clean hands, costituisca un rifiuto assoluto della Corte ad accordare rilevanza internazionale alla dottrina.
La dottrina delle clean hands al vaglio della Corte internazionale di giustizia nel caso Certain Iranian assets / Castro, Eleonora. - In: ORDINE INTERNAZIONALE E DIRITTI UMANI. - ISSN 2284-3531. - 2(2019), pp. 379-384.
La dottrina delle clean hands al vaglio della Corte internazionale di giustizia nel caso Certain Iranian assets
Eleonora Castro
2019
Abstract
Il contributo costituisce un' indagine sulla rilevanza della dottrina delle clean hands nell'ambito delle controversie inter-statali, muovendo dall'analisi del recente caso Certain Iranian assets, in cui gli Stati Uniti hanno eccepito l'inammissibilità del ricorso iraniano, fondando l'obiezione sulla dottrina in esame. L' esegesi dell'obiezione preliminare in esame consente, infatti, di avanzare alcune considerazioni in merito alla dibattuta questione dell'appartenenza della dottrina delle clean hands all'alveo dei principi generali del diritto internazionale e, più nello specifico, della sua eventuale rilevanza in sede di vaglio delle questioni preliminari. L'articolo, pertanto, muove dall'analisi dell'eccezione sollevata dagli Stati Uniti al fine di delineare le caratteristiche della dottrina delle mani pulite, espressamente riconosciuta quale principio Equity nei soli sistemi di common law. Verrano, dunque, messi in luce i rapporti della dottrina con i principi ai quali si ricollega, come il generale principio di buona fede e più specifici principi ex delicto non oritur actio e nullus commodum capere de sua injuria propria. In seguito sarà analizzata la pronuncia della Corte internazionale di giustizia sul caso in esame, inquadrando l'orientamento espresso dalla Corte con la prassi giurisprudenziale pregressa, al fine di comprendere se il rigetto dell'eccezione di ammissibilità, basata sulla dottrina delle clean hands, costituisca un rifiuto assoluto della Corte ad accordare rilevanza internazionale alla dottrina.File | Dimensione | Formato | |
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